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Marco Rosario Nobile
Università degli Studi di Palermo
Italia
Vol. 14 Núm. 14 (2015), Tema: Los colores del miedo
DOI: https://doi.org/10.15304/quintana.14.3822
Recibido: 20-12-2016 Aceptado: 20-12-2016 Publicado: 21-12-2016
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Resumen

Il contributo individua nella produzione artistica siciliana tra il 1560 e il 1585 alcune opere che contemplano in forme scultoree l’immagine dei “turchi” sconfitti. La “cona” realizzata da Antonino Gagini da Palermo per il duomo di San Giorgio a Ragusa ne offre uno dei primi esempi significativi; sul versante opposto dell’isola, l’esempio più eloquente è rinvenibile nel lato esterno di porta Nuova o porta Austria di Palermo. Le raffigurazioni sono articolate in varianti drammatiche, epiche e, indirettamente, consolatorie, secondo le indicazioni offerte da Vitruvio: l’antico si presta a offrire una spiegazione per eventi tragici e per le condizioni drammatiche del presente. In alcune iconografie cinquecentesche l’immagine vilipesa del nemico annientato sostituisce anche la raffigurazione del peccato e dell’eresia. Rimane da comprendere quando questo fenomeno di sostituzione del soggetto cominci, esploda, si amplifichi, diventi in qualche misura ufficiale e convenzionale.
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